Il gioco nella classe di lingua inglese

Giocano e basta, non imparano niente!

Nonostante le evidenze dimostrino che un ambiente didattico divertente, sereno e coinvolgente sia alla base di un'acquisizione (linguistica e non) stabile e duratura, é molto diffusa l'idea che per imparare ci voglia fatica e che il successo scolastico dipenda anche da quanta fatica viene impiegata durante il percorso.

Cosa pensate di questa frase?
Vi é mai capitato di dover rispondere a un commento simile? Come avete reagito?

Mi sembra che la presenza del gioco nella scuola dell'infanzia sia ben accettata dalle famiglie, perché interessate al fatto che i bambini si divertano e stiano bene a scuola. La sua valenza, però, mi sembra ancora molto sottovalutata dal mondo adulto, quando ad esempio l'incostanza di frequenza del bambino a scuola viene minimizzata con la frase "tanto è scuola dell'infanzia". Fin dalle prime assemblee coi genitori si affronta il tema dell'importanza dell'esperienza ludica per l'apprendimento, ma la partecipazione alle iniziative rivolte ai genitori è talvolta scarsa. Un'altra modalità per scardinare la convinzione che l'esperienza scolastica per i bambini 3-6 anni sia meno importante, può essere, secondo me, il dialogo costante con le rispettive famiglie circa gli obiettivi raggiunti dai loro bambini. Nella scuola d'infanzia, infatti, il dialogo ed il confronto coi genitori può essere giornaliero. Ciò può aiutare a costruire pian piano una consapevolezza sociale maggiore circa la valenza della pratica ludica libera e guidata in età infantile.

Mi sembra che questo sia un importantissimo punto di riflessione Chiara.

Durante questi corsi ci siamo spesso scontrati con la difficoltà non solo di portare avanti metodologie all'interno della scuola e della classe, ma anche con la difficoltà a veicolare il messaggio verso i genitori per creare una collaborazione efficace e costruttiva.

Ci sono stati, negli anni, degli approcci che ti hanno portato a coinvolgere più attivamente i genitori?
Se si' quali?

Temo sia una difficoltà diffusa.

Per quanto mi riguarda, gli approcci più immediati per coinvolgere i genitori sono stati la documentazione dei percorsi svolti e la condivisione di traguardi/difficoltà individuali, in sede di colloquio. Quando è possibile, consiglio di fare a casa alcuni giochi svolti in classe oppure creiamo in aula semplici giochi con la carta o libricini da portare a casa.

Nel tempo a scuola sono state proposte alcune serate informative o collaborazioni con progetti di ricerca universitaria, ma le modalità di coinvolgimento delle famiglie che hanno riscosso maggior successo rimangono le feste finali a scuola.

Ma non per questo ci arrendiamo     e durante l'anno le famiglie vengono invitate a raccogliere coi bambini diversi materiali di riciclo per le attività espressive, fotografie, oggetti-ricordo delle loro vacanze, perché i bambini possano condividerli a scuola coi compagni.

Un progetto interessante, che ha creato un ponte tra famiglia e scuola è stato, ed è tuttora, il prestito di libri per la prima infanzia, che arricchisce la lettura di un valore affettivo importante (non sempre scontato), perché svolto coi familiari e abitua alla cura di oggetti della scuola, che entrano nelle case di ognuno.

Ottimo Chiara!

Il progetto di scambio dei libri mi pare ben pensato e ben riuscito!

Grazie ancora di averci raccontato la tua esperienza!

Purtroppo mi è capitato di sentire frasi dei genitori che domandano: "Domani lavorate o giocate? Perché ho dei problemi a portarlo ma se lavorate mi organizzo...." a quel punto cadono le braccia, non lo nego...   Però si coglie l'occasione per interagire con la famiglia e spiegare che il gioco è il lavoro dei bambini, che per giocare bisogna conoscere delle regole, relazionarsi in modo corretto con i compagni e richiede energia e concentrazione. Che con i giochi si imparano un sacco di cose nuove! Che il gioco è una cosa seria.
Mi piace pensare alla parola gioco in inglese, PLAY, che si può tradurre con: giocare, suonare, fare uno sport, recitare, trovo bellissimo che una singola parola, racchiuda in se molti significati, forse i genitori inglesi non pongono la stessa domanda
Anche io cerco di creare qualcosa con i bambini che possa essere portato a casa, un libricino, dei disegni, un manufatto, l'oggetto può essere uno spunto per interagire con i genitori e raccontare cosa si è fatto a scuola.

Ciao Alessia!

Che amarezza! E' però nostro compito fare capire anche ai genitori l'importanza del momento del gioco!

E' vero la parola inglese PLAY aiuta molto a veicolare il concetto, sicuramente la prenderò come esempio in futuro!

Grazie mille per il contributo!